
L’intervista a Luca Bertoni (dj producer) by Lorenzo Tiezzi
Luca Bertoni: la musica è immensa, mai fossilizzarsi su un solo genere
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Luca Bertoni, dj producer molto attivo nei top club del Nord Italia. Ad esempio, oltre all’Old Fashion di Milano, dove è resident, spesso fa ballare il Made di Como, il Bobadilla di Bergamo e lo Shed di Busto Arsizio (VA). Capace di carpire le tendenze prima che diventino tali, Luca quando è in console fa vedere e sentire tecnica impeccabile ed un gusto musicale eclettico. Ha poi diviso il mixer con star internazionali come Claptone, Michael Calfan, Louie Vega, David Morales, Tony Humphries, Martin Solveig, Roger Sanchez e Kenny Carpenter. Il suo nuovo singolo si chiama “The Storm” ed esce su Ego Music (http://bit.ly/2FpYwcR)
Tendenze musicali: cosa ti sembra funzioni (nei club, alla radio, nei festival) e cosa piace davvero a te?
Definire una sola tendenza è assolutamente improbabile, se non impossibile. Tramite streaming, ognuno può ascoltare e ricercare ciò che vuole, senza rinchiudersi in nicchie musicali! Geograficamente parlando, l’Italia è frazionata: al Nord, meta di shopping e divertimento, e di conseguenza zona multi-etnica, tranne in rari casi, la tendenza è ormai orientata verso stili musicali dai bpm più bassi e suoni più crudi. La trap, direttamente da Atlanta negli Usa, sta prendendo un’importante fetta di mercato. Al Sud, notoriamente più avanti come apertura mentale del pubblico, rimane fortissima quella fetta di “clientela” affezionata alla vera House Music! Per quanto mi riguarda… House Music all night long!
Quali sono le tue radici musicali?
Le mie radici sono indubitabilmente gli anni ‘70 in ogni sfumatura. Disco music, Funk, Soul, Rock! Se non ci fossero stati gli anni ‘70, probabilmente sarei diventato un batterista o un bassista… ma non un dj!
Raccontaci la tua serata più bella degli ultimi tempi…
Ho la fortuna di lavorare in situazioni stupende, anche se ognuna differente, con diverse soddisfazioni e feedback molto particolari… Non saprei raccontare una serata in particolare ma devo ammettere che per me è stato illuminante poter lavorare con Roger Sanchez: è un mostro!
Raccontaci un bel progetto musicale a cui stai lavorando…
Come potete ben sapere, ho un progetto discografico in perenne crescita con la label indipendente Ego: Ilario Drago, il proprietario, ha riposto grande fiducia nelle mie idee e abbiamo in serbo un paio di sorprese per l’estate 2018.
Come ascolti musica? Spotify (streaming), Beatport, Soundcloud, radio?
Per quanto la radio sia stata la storia, ormai ascolto raramente i programmi radiofonici. A me piace la musica, perché mai doversi sorbire ore di dialoghi, monologhi e pubblicità? Spotify e Soundcloud sono oggi le mie fonti primarie di ascolto.
Come costruisci i tuoi dj? E le tue produzioni in studio?
I miei dj set non sono mai costruiti a tavolino. Ho in mente una linea guida in base al club o evento in cui lavorerò ma mai scalette musicali pronte a compartimenti stagni! Il bello di questo lavoro è la libera espressione… ergo oso, sempre! Per quanto riguarda le produzioni invece traggo ispirazione da ciò che mi piace, non da ciò che vende. E da lì cerco di realizzare, per quanto difficile, qualcosa che ancora non c’è.
Che consigli dai alle persone normali e ai dj per scoprire musica nuova?
Il solo consiglio che mi sento di dare è di non fossilizzarsi su un solo genere musicale. Lo trovo agghiacciante. La musica è arte ma anche divertimento, ritmo ma anche melodia… La musica è immensa!
Segnalaci qualche disco che un giovane dj per te dovrebbe ascoltare tante, tante volte e spiegaci perché è così importante per te…
Mousse T – Horny 98
Ultra Natè – Free
Kings of Tomorrow – Finally
Stardust – Music Sounds Better With You
Credo che questi quattro dischi abbiano segnato un’epoca in termini di innovazione sonora
Vai a ballare quando non suoni? Come, quando, perché?
Vado ad ascoltare musica, quello sì! Seleziono gli artisti che presumo potrebbero piacermi e vado ad “imparare” qualcosina! Ballare no però, sono negato!
Come mai in Italia raramente riusciamo ad unirci, nell’ambito della musica da ballo e del divertimento? Tra ‘techno’ e ‘commerciale’ c’è un muro invalicabile, ancora oggi.
L’unione in Italia esiste eccome, ma solo fra i giovanissimi, credo. Personalmente scambio musica, idee e opinioni con tanti colleghi, quotati o meno. Le avversità e le gelosie fanno parte dei vecchi del settore, credetemi! Per quanto riguarda invece i muri fra generi… purtroppo sono retaggi dovuti alle proprietà dei locali: infatti solo i locali che hanno proprietà più giovani stanno al passo con i tempi. Non esiste più il tempo in cui ci si poteva adagiare sugli allori. E chi non si forma… si ferma!