L’intervista di Lorenzo Tiezzi: Liuck DJ producer italiano

L’intervista di Lorenzo Tiezzi: Liuck DJ producer italiano

Liuck: arriva “Driving Through The Dark” e tanta altra bella musica

Liuck, una vita a tempo di progressive e vocal trance

Da pochi giorni è uscito il nuovo singolo del dj producer italiano Liuck. Si chiama “Driving Through The Dark”, lo canta Betsie Larkin, che ha già lavorato con Armin Van Bureen. Liuck l’ha prodotto con Dennis Sheperd e ha un sound che resta decisamente in testa. Non è l’unica bella notizia per Liuck, che è in uscita a breve anche con altri progetti musicali e che ha pubblicato da poco un’altra bella traccia, “Erval”. L’abbiamo intervistato per sapere cosa gira nel suo mondo musicale. 

Tendenze musicali di oggi: cosa ti sembra funzioni (nei club, alla radio, nei festival) e cosa piace davvero a te?
Sono anni di continui mutamenti. L’ EDM c’è e non c’è, il reggaeton avanza ma non riesce a fare breccia totale… vedo i giovani con le idee poco chiare e sento spesso DJ resident rifugiarsi nelle “certezze” del passato e di poche hit radiofoniche. Seguo sempre la Trance che è la mia “casa” ed anche se negli ultimi anni i bpm sono aumentati, continuo ad amare la progressive e la vocal trance. Ci sono comunque spunti interessanti anche con nuove sonorità, un giorno mi piacerebbe sorprendermi creando qualcosa di lontano da quanto ho fatto finora.

Quali sono le tue radici musicali? 
Ascolto diversa musica, spesso musica “insolita”. Ultimamente adoro ascoltare concerti per pianoforte, ma sono un consumatore di musica in generale. Adoro ricercare ed ascoltare un pò tutto quello che capita sotto mano. Nell’elettronica ovviamente prediligo la trance, ma cerco di ascoltare parecchio anche di altro, è importante il confronto.

Raccontaci la tua serata più bella degli ultimi tempi…
Ho avuto occasione di fare un djset in alta quota, era pomeridiano, ma non credo faccia differenza. Situazione molto informale e se vogliamo modesta, ma mi piace il contatto iper-diretto con la gente, il senso di familiarità di quelle situazioni. Mi sento davvero libero di esprimermi nella musica.

Un bel progetto musicale a cui stai lavorando? 
Sono molto orgoglioso del disco che ho appena concluso, un featuring con Kyler England che credo molti ricorderanno per il brano “Take Me” di Tiesto di pochi anni fa (credo fosse il 2014). Era la voce che volevo… è il progetto che volevo. (NDR il brano non è ancora disponibile: ma trovate un po’ di link con musica di Liuck alla fine dell’intervista)

Come ascolti musica? Spotify (streaming), Beatport, Soundcloud, radio? 
Oramai da quasi un anno sono dipendente da Spotify. Ho iniziato perché mi hanno suggerito di amministrare personalmente il mio profilo Spotify e così, oltre ad essermi stupito per un seguito che non credevo di avere così ampio e costante ho cominciato a prendere familiarità. E’ una risorsa incredibile: un sacco di musica è sempre disponibile per te, anche la più lontana ed impensabile. Per me che non amo troppo le radio e le loro hit è come un sogno, è come stare sempre con la valigia in mano pronto per un altro viaggio.

Come costruisci i tuoi dj set? E le tue produzioni in studio?
Sono due processi simili, dove devi lasciare che l’emozione segni la strada alla tecnica. Si tratta di simbiosi fra questi due elementi, nessuno deve nettamente prevalere; il segreto è cercare il giusto bilanciamento. Solo così credo si possano ottenere risultati equilibrati, prodotti buoni ed originali. Che si tratti di un disco o di un dj set, la cosa è indifferente.

Che consigli dai alle persone normali e ai dj per scoprire musica nuova? 
Come dicevamo prima, Spotify è un ottimo mezzo! Non saprei suggerire nulla di meglio per quantità di musica e generi reperibili, oltre che per le apprezzabili playlist suggerite. Spotify ha il potere di renderci un pò tutti “talent scout” e spero nel tempo aiuti ad accrescere il livello culturale e la diffusione di musica extra al circuito radiofonico.

Se non avessi fatto il dj, cosa avresti fatto nella vita? Se sei giovane e fai anche altro, cosa ti piacerebbe fare o cosa stai facendo? 
Sono a capo di un’azienda artigiana con mio fratello Giancarlo (anche lui dj). Questa è la nostra principale occupazione, la musica è il nostro “ottimo diversivo”. Mi serve per stare bene e sentirmi libero, ma al tempo stesso per connettermi al “mio mondo”.

Vai a ballare quando non suoni? Come, quando, perché?
Se sono a casa tendenzialmente no; per i tanti impegni, per assenza di serate di mio interesse dove vivo, perché preferisco spendere il mio tempo magari in studio od in altro modo. Però viaggio per partecipare ad eventi specifici di mio interesse, in Italia ed all’estero, e quando sono in viaggio, per qualsivoglia motivo, mi interessa e mi piace cercare di farmi almeno una serata in un club locale. Mi sono ritrovato a ballare techno in un locale underground di Bratislava, reggae all’alba su una spiaggia caraibica, pura house music ai pool party di Miami. Tutte sono state esperienze memorabili.

Come mai in Italia raramente si riesce ad unirsi, nell’ambito della musica da ballo e del divertimento? Tra ‘techno’ e ‘commerciale’ c’è un muro molto pesante ancora oggi… mentre a Ibiza Sven Vath suona oggi al ‘patinato’ Pacha come Guetta e Carl Cox (…)?  

Credo il nostro sia un paese di forti individualità, di grandi contrasti e facili invidie. Sarà per qualche retaggio storico, ma veramente è arduo fare “squadra” da noi, tante volte anche fra personaggi dello stesso mondo. Ovviamente ci sono le eccezioni ed è un piacere scoprirLe, tuttavia credo che il tratto caratterizzante nazionale sia quello del “proprio orticello”. Sogno un mondo senza confini e quando mi prende lo sconforto, allora ascolto “Inno Nazionale” di Luca Carboni. Questo è un disco che mi piace!

Lorenzo Tiezzi

Per i contatti guardate nel sito:

AllaDiscoteca