
80 NOSTALGIA
ANNI 80: I BIG DI AUSTRIA, FRANCIA, BELGIO, SPAGNA, OLANDA E SCANDINAVIA
Seconda parte
L’Olanda e i suoi artisti di punta. A differenza di tutti gli artisti fin qui citati, quelli olandesi hanno continuato ad optare per li lingua inglese nel diffondere la loro musica. Il primo dei gruppi dance formatisi negli anni 80 nei Paesi Bassi ad avere successo è stato quello delle Mai Tai. Nasdcono nel 1983 e prendono il nome di un cocktail tropicale: fondatori del gruppo sono i produttori Eric Van Tjin e Jochem Fluitsma, i quali mettono insieme tre ex coriste, Jetty Weels, Mildred Douglas e Caroline de Windt: la loro musica fonde sapientemente soul, disco e pop dell’epoca e il loro album del debutto, Mai Tai, convince proprio tutti, pubblico e critica: History, Female Intuition e Body and Soul sono stati tre singoli che hanno fatto successo in Europa, Australia e Nuova Zelanda, entrando anche nella prestigiosissima Billboard americana. I due album successivi non sanno confermare quanto di buono è stato fatto in precedenza e la band si scioglie nel 1988. Proprio Van Tjin e Fluitsma producono un giovane artista che da anni sta cercando di farsi largo nel panorama dance: la sua prima occasione arrivò a fine anni 70, quando gli Spargo lo considerarono come voce solista e frontman del gruppo, ma poi gli preferirono la cantante americana Lilian Day Jackson. Nonostante questo intoppo, Richenel continuò a bussare a varie porte, fino a quando i due scopritori delle Mai Tai decidono di produrlo. A fine 1986 lo fanno uscire con il singolo Dance Around The World: il brano viene passato pochissimo nelle radio e quindi in Olanda non entra nemmeno in classifica. Tre mesi dopo, però, a marzo del 1987, arriva dall’Italia la notizia che la canzone è nella top 3 delle classifiche nazionali ed il successo di Dance Around The World si allarga così a macchia d’olio. Negli anni successivi Richenel pubblica ancora qualche album dance, per poi virare nella sua carriera musicale verso altri generi: oggi è un apprezzato cantante e musicista jazz.
Dall’Olanda non sono solo gli artisti a dare un grande contributo alla musica degli Eighties, ma anche i produttori. I due più famosi sono Rob e Ferdi Bolland. Come musicisti Bolland & Bolland calcano le scene negli Anni 70, ma il loro successo non esce dai confini olandesi. Nel 1981 scrivono e cantano In The Army Now, che entra nelle classifiche di alcuni paesi (in Norvegia raggiunge addirittura la prima posizione), e diventerà un ancor più grande successo quando la daranno al gruppo rock britannico degli Status Quo, su esplicita richiesta del loro cantante Francis Rossi. Dopo aver aperto i Bolland Studios nella campagna olandese, iniziano la loro carriera di produttori, realizzando alcuni dei più grandi successi europei del periodo. Tra gli artisti portati al successo da loro ricordiamo Falco (Rock me Amadeus,vedi sopra n.d.r.), Amii Stewart (con l’album Amii) e Samantha Fox (due canzoni dell’album I Wanna Have Some Fun). Negli anni 90 seguiranno tra gli altri anche la rocker statunitense Suzie Quatro. La Scandinavia tra reggae, hair-rock e synth-pop. La musica degli anni 80 è famosa anche per il look dei suoi esponenti, per le trovate originali e a volte kitsch e per le cose stravaganti: tra queste quella che le batte tutte è che la canzone reggae più venduta di quella decade provenga non dalla Giamaica, ma dalla Danimarca! A cantarla sono Timm Stahl e John Guldberg, che unitisi in un duo hanno scelto il nome di Laid Back. La canzone in questione è Sunshine Reggae: esce in Danimarca nel 1982 e nel giro di un anno diventa prima in classifica in ventidue paesi diversi, vendendo, tra singolo, album e compilation, venti milioni di dischi. Questo reggae, contaminato dai sintetizzatori e da ritmi più “europei”, diventa un autentico tormentone, ma non è l’unica hit dei Laid Back, che con White Horse conquistano anche il mercato americano, questa volta affrontando il genere del synth-pop.
Gli inizi degli anni 80 vedono in Svezia lo scioglimento del gruppo storico degli Abba, con i quattro componenti che intraprendono i propri progetti da solisti. Tra questi il più interessante è quello di Anni-Frid Synni Lyngstad, detta semplicemente Frida. Nel 1982 si affida alle sapienti mani di Phil Collins, che gli produce il suo primo album Something’s Going On, da cui è tratto un singolo, che miscela rock dance e new-wave col tocco tipico di Collins, dal titolo I Know There’s Something Going On, che diventa uno dei più grandi successi internazionali dell’anno. Frida non ha saputo più ripetere i risultati di questo disco, che rimane a tutt’oggi il lavoro solista di un ex componente degli Abba di maggior successo.
Sempre in Svezia il gruppo di new-wave più rappresentativo è quello dei Secret Service. La canzone che li fa conoscere al pubblico internazionale a fine anni 70 è Oh Susie, seguita nel 1982 da quella che è la loro più grande hit, A Flash In The Night, che contiene tutte le caratteristiche delle nuove tendenze della musica degli Anni 80. Il gruppo ha continuato per anni la propria carriera rimanendo sempre ai vertici nel proprio paese. Più legato al pop rock è invece il duo dei Roxette, formato da Per Gessle e Marie Fredriksonn. Si formano a metà Anni 80 e rimangono sulla cresta dell’onda per almeno una decade. La fama internazionale arriva nel 1988 con l’album Look Sharp!, dal quale vengono tratte le due hit The Look e Listen To Your Heart, che fanno breccia anche nel non facile mercato americano, andando in cima alla classifica di Billboard insieme alla ballad It Must Have Been Love, che nel 1990 verrà riarrangiata e proposta nella fortunatissima colonna sonora del film Pretty Woman.
La rassegna svedese si conclude con il gruppo che ha caratterizzato il panorama rock della seconda metà degli anni 80, gli Europe: si formano nell’ambiente dell’heavy metal e dell’hard rock (prendono infatti il loro nome da un album dei Deep Purple, Made In Europe), ma a metà degli anni 80 si fanno contagiare dalla moda americana dell’hair rock, cambiano look, optandone per uno che avvicinasse anche il pubblico femminile alla loro musica, ammorbidiscono un po’ il loro stile, mettendo nelle loro canzoni qualche elemento dal dance rock, e sfornano il loro album più riuscito, The Final Countdown, il cui omonimo singolo diventa una hit planetaria: originariamente la parte introduttiva del brano era stata composta dal frontman del gruppo, Joey Tempest, come sottofondo per le persone che stavano in coda in attesa di entrare nella più trendy discoteca di Stoccolma, il Galaxy; contenti del risultato, gli altri componenti del gruppo convinsero Joey a continuare la composizione, inserendo anche un testo ed una conseguente parte cantata. Molto trainante anche il video della canzone, girato nel palazzetto della cittadina di Solna, in Svezia. The Final Countdown raggiunge il primo posto delle classifiche di 25 paesi, Giappone compreso. Sempre da quell’album ottengono grandi riscontri anche la trascinante Rock The Night e la ballad Carrie. Traferiamoci ora in Norvegia, dove a inizio decade Morten Harket, Pal Waaktar e Magne Furuholmen fanno al spola tra Oslo e Londra in cerca di fortuna nel mondo della musica. Gli inizi non sono facili per gli A-ha, ma nel 1984 pubblicano un singolo con cui cercano di farsi notare, dal titolo Take on Me: la canzone non è male, ma non ottiene il successo sperato. L’anno successivo la riarrangiano e la fanno accompagnare da uno dei video più innovativi e rivoluzionari nella storia di questa arte (vedere apposita scheda n.d.r), facendola diventare una delle hit più vendute e di successo di sempre.
La seconda metà degli Anni 80 li vede all’apice della loro carriera, più popolari di gruppi come i britannici Duran Duran e Spandau Ballet. Il loro primo album, Hunting High And Low, contiene altri singoli che fanno il botto, come The Sun Always Shine On Tv e la canzone che dà il titolo al 33 giri. Il loro synth-pop è contaminato da sonorità dance e rock ed ha una presa immediata sul pubblico. I due album successivi, Scroundel Days e Stay On These Roads, non bissano i risultati del precedente, ma certamente non deludono le attese dei fans. Nel 1987 succedono proprio ai Duran Duran nella composizione della canzone guida di un film di 007, The Livng Daylights. Negli anni 90 daranno una svolta alla loro carriera, optando per un pop più vicino alla musica rock ed entrano nel Guinnes dei primati, suonando al Maracanà di Rio de Janeiro di fronte a 198.000 spettatori paganti in occasione del festival Rock in Rio.