
80 NOSTALGIA
I PANINARI
Quarta parte
Il paninaro coltivava una maniacale attenzione per il proprio stile, rigorosamente costoso e di marca. L’abbigliamento del paninaro prevedeva giacconi imbottiti (es. Ciesse Piumini, Moncler, Henry Lloyd), stivali da mandriano (es. Frye o Durango), le prime scarpe da barca Docksides by Sebago, & Sperry Topsiders, jeans (es. Armani, Levi’s, Uniform, Rifle in velluto millecoste, Avirex, Americanino, Stone Island), tra le felpe (American System, Best Company), maglioni (es. Marina Yachting), cinture di pelle (es. El Charro), camicie a quadri (es. Naj-Oleari), calzini decorati a rombi della Burlington per i ragazzi, colorati della Naj-Oleari per le ragazze, scarponcini (es. Timberland), Celini oppure scarpe sportive (Superga colorate, Vans rigorosamente senza stringhe e, più tardi, New Balance e Nike).
Vi erano alcune marche di moto solitamente associate al mondo dei paninari: ad esempio, inizialmente, i motocicli Zündapp 125 (con scritta “175” sulla fiancata per andare in autostrada), successivamente Laverda, con motore Zündapp, Gilera KZ (stradale) e RX (enduro). Il modo di vestire paninaro variava da città a città; così mentre a Milano si usavano le felpe Best Company, a Roma andava per la maggiore il jeans marchiato Americanino. Altri capi di abbigliamento erano il berrettino delle armate americane sudiste e i guanti in pelle scamosciata Ocean Star, e ancora occhiali rigorosamente Ray-Ban e Vuarnet di svariati modelli, dai Wayfarer di Tom Cruise in Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano del 1983 ai Caravan di Top Gun. E ancora, camicie Controvento e tutto l’abbigliamento di C.P Company e Stone Island. Anche i negozi erano un culto: ad esempio, a Roma la meta era Energie di via del Corso, mentre a Milano si andava al Pharmacia di via Durini. La moda dei paninari nasce in ogni caso partendo dal fondo. Il primo indumento comune ai primi paninari furono gli scarponcini da lavoro in pelle scamosciata della Timberland, seguiti poi dal giubbotto da aviatore bomber della Avirex, poi dal giubbotto di jeans foderato di finto pelo all’interno della Levi’s, dal Moncler, dal Ciesse Piumini, da altri tre tipi di giubbotti da aviatore (Schott, bomber canadese e RAF), dalla giacca da vela Henri Lloyd. Per circa tre anni impazzarono anche le toppe sui jeans di Naj-Oleari e Fiorucci, così come le sue borse e parecchi accessori per le ragazze. Il negozio di El Charro in via Monte Napoleone divenne una sorta di paradiso degli acquisti, importando dozzine di indumenti in stile texano, prodotti principalmente dalla Lyntone Belts Inc. (Edmond – Oklahoma). Altri negozi di riferimento erano Di Segni e Conforti.
Il vero feticcio dei paninari era il cibo consumato presso alcune catene di ristoranti a ristorazione rapida, che proprio in quegli anni iniziano a diffondersi in tutta Italia. A Roma, ad esempio, la nascita del primo ristorante McDonald’s, nel 1986, a Piazza di Spagna, fu un evento memorabile per i paninari della capitale italiana. A Milano, al contrario, la maggior parte delle varie compagnie di paninari si ritrovavano in normali bar sparsi in tutta la città.